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IL VETO A TUTTO E CHI CI RIMETTE? I CITTADINI ITALIANI di Veronica Colombo

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Credo che l’ipocrisia sia la dote migliore dei politici. Questa dote tuttavia ci starebbe portando in un baratro davvero mortale che non è il tanto demonizzato effetto serra ma la mancanza di approvvigionamento energetico. Nel marasma e nel caos della politica italiana ecco che ancora una volta si presenta lo spettro dell’utopia “pelosa”. Come sempre c’è chi vorrebbe la “botte piena e la moglie ubriaca” ma considerato il fatto che questo è letteralmente impossibile, almeno per il momento, ecco che si insiste creando confusione. Una tecnica a mia opinione rodata molto bene per non arrivare mai a nulla. Nel marasma c’è chi propone i termovalorizzatori, altri dicono di no per il fatto che sono inquinanti, anche se l’inquinamento in relazione al clima altro non è, ripeto, che una bufala. L’inquinamento provocato dall’uomo è talmente risibile che si rivelerebbe solamente una grande menzogna. Sarebbe meglio cercare di non fare i finti ignoranti. Al contrario, se affetti dalla malattia dell’ignoranza o meglio, forse della malafede, sarebbe opportuno iniziare a studiare, informarsi, ma se così fosse, il caos non verrebbe alimentato. No per il nucleare, no per i combustibili fossili, non per il gas, no per il carbone, no per l’olio, no per i termovalorizzatori. Insomma produrre energia prevede NECESSARIAMENTE di bruciare qualche materia prima e bruciandola si trasforma. Forse qualche sistema alternativo ci sarebbe ed io lo conosco. Un paio di sistemi realizzati da uno scienziato geniale che tuttavia non sarebbe mai riuscito a fare utilizzare queste innovative invenzioni, testate positivamente. Nella politica italiana, a mia opinione, nessuno è libero da legami con le lobby e con i poteri forti. Quello che deve prevalere il Italia è solamente

il caos e chi deve rimetterci è sempre il cittadino. Non è un discorso politico ma di assoluto buon senso. A Brescia abbiamo un termovalorizzatore che funziona benissimo ed inquina, ripeto INQUINA (stracciatevi le vesti ora) ma se avete il caldo in casa è merito del termovalorizzatore che brucia l’immondizia di mezza Italia. Cosa c’è di strano se inquina? Anche l’immondizia inquina e riciclarla trasformandola in altri prodotti primari son certo che inquina comunque. Considerando essere gli scarti, una risorsa infinita, tanto va utilizzarli per produrre ciò che oggi a noi serve ovvero energia. In questo caso inquineremo una volta sola ma trasformeremo almeno un prodotto assolutamente dannoso in un secondo prodotto assolutamente richiesto, l’energia cui oggi abbiamo sempre più la necessità di avere. (introduzione di Goldfinger)

Pro o Contro i termovalorizzatori? Politici italiani con opinioni contrastanti

Inceneritori o Termovalorizzatori?

Facciamo chiarezza. I due termini riportati non hanno lo stesso significato, anche se spesso vengono confusi. I primi sono impianti che bruciano rifiuti mentre il termovalorizzatore è un impianto di combustione dove si bruciano i rifiuti solidi non riciclabili. E’ composto da una caldaia, in cui c’è l’acqua scaldata con il calore prodotto, e una turbina che viene azionata dal vapore prodotto scaldando l’acqua e che trasforma così l’energia termica in energia elettrica.

Perchè sono importanti e come funzionano?

I rifiuti non riciclabili vengono inseriti nel termovalorizzatore e scaricati nella vasca di raccolta. Da lì vengono caricati nelle caldaie a gas a temperature che possono superare i 1000° C. Per mantenere questi livelli può capitare che si immetta del gas metano al fine di ossidare completamente i rifiuti. Dopo la fase di combustione nel Termovalorizzatore viene prodotto il vapore. Ma a questo punto l’energia elettrica da dove salta fuori? Il vapore raggiunge e mette in moto una turbina che trasforma l’energia termica in energia elettrica. Per finire c’è la fase di estrazione delle ceneri, che costituiscono circa il 30% del peso dei rifiuti in ingresso. Le polveri fini sono circa il 4% del peso dei rifiuti in ingresso. Ceneri e polveri vengono smaltite in discariche per rifiuti speciali e i fumi caldi attraversano un sistema multi-stadio di filtraggio in cui vengono trattati e poi rilasciati in atmosfera a circa 140° C.

Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

Ma allora qual è il problema legato ai termovalorizzatori che crea tanta contrapposizione tra i partiti politici italiani?

Facendo un riassunto generale possiamo riportare che in Italia ci sono 37 termovalorizzatori in prevalenza al Nord. Le principali strutture che producono energia sono quelle di Torino, Milano, Brescia e Parma. Gli “inceneritori senza recupero energetico” fortunatamente sono pochi e sono localizzati soprattutto al sud. Resta però il nodo delle cenere e dei fumi. Per risolvere questa complicazione, i moderni termovalorizzatori hanno 4 livelli di filtraggio per i fumi e sistemi di trattamento e riciclo delle ceneri molto avanzati. Nonostante ciò la combustione tuttavia produce CO2 e contribuisce all’effetto serra.

L’argomento termovalorizzatori divide i partiti di Governo in due parti:

Coloro che ammettono la raccolta differenziata come unica soluzione preferibile perché virtuosa.

Coloro che, in caso di emergenze, ammettono i termovalorizzatori in virtù della propria capacità di assorbimento dei rifiuti non gestiti correttamente

Tra i contro Termovalorizzatore c’è Legambiente che sostiene la raccolta classica dei rifiuti essendo un fenomeno virtuoso. Anche i Biologi Italiani sono contro e spiegano che il Termovalorizzatore produce all’infinito enormi quantità di rifiuti diventando nemico della raccolta differenziata. Secondo il Movimento 5 Stelle incombe il pericolo delle polveri sottili in quanto gli inceneritori producono elevate quantità di nano-particelle ad elevato potere cancerogeno. Dalla parte del “sì” al Termovalorizzatore c’è il governo Renzi che ha dato il via libera a 2 nuovi Termovalorizzatori in Sicilia approvati nella Conferenza Stato-Regioni. Dello stesso parere Pro-Termovalorizzatore è Alessandro Beulcke, presidente Allea – Festival dell’energia, che mette a confronto l’Italia con i tanti paesi del nord Europa che non presentano tanti “contro” al termovalorizzatore. Visto che “i rifiuti non smetteremo di produrli” tanto vale “trasformarli in risorsa recuperando energia” afferma.

Nel frattempo a Roma..

Il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato che Roma avrà un suo termovalorizzatore da 600mila tonnellate annue. Nel 2020, hanno trattato complessivamente circa 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani che rappresentano il 74,5% di quelli inceneriti nel nord. Al Centro e al Sud sono operativi, rispettivamente, 5 e 6 impianti che hanno trattato oltre 532 mila tonnellate e più di un milione di tonnellate di rifiuti urbani. Dopo la decisione annunciata dal Sindaco di Roma prosegue la polemica. La sinistra ha già manifestato i suoi malumori insieme ai 5 Stelle. Per protestare contro il nuovo termovalorizzatore, il M5S della Capitale ha occupato simbolicamente l’aula dell’assemblea capitolina (cosa che il M5S regionale sembra non aver gradito). La sinistra del Pd capitolino ha espresso tutte le sue perplessità su un impianto «fuori dal programma con cui si sono vinte le elezioni». Hanno invece applaudito la scelta di Gualtieri sia Italia Viva di Matteo Renzi, che Azione di Carlo Calenda. Centrodestra afferma «Meglio tardi che mai!» su twitter Matteo Salvini commentando l’intenzione del Comune di Roma di realizzare un termovalorizzatore. Contrari invece i Fratelli d’Italia: «Il sindaco di Roma propone per Roma il termovalorizzatore senza tenere conto del fatto che questa tecnologia è ormai obsoleta e superata».

Foto di zibik da Pixabay

Nel 2019, spiega Utilitalia, all’interno dei termovalorizzatori sono state trattate 5,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e rifiuti speciali da urbani, producendo 4,6 milioni di Mwh di energia elettrica e 2,2 milioni di Mwh di energia termica; questa energia è energia rinnovabile al 51% è in grado di soddisfare il fabbisogno di circa 2,8 milioni di famiglie. L’85% delle ceneri prodotte dalla combustione passa dai processi di riciclaggio con ulteriori miglioramenti per l’impatto ambientale. All’Italia mancano ancora impianti per trattare 5,7 milioni di tonnellate di spazzatura all’anno. Inoltre l’UE ha fissato al 2035 gli obiettivi del riciclaggio effettivo che dovranno raggiungere il 65%. Anche per questo motivo in Italia servono oltre 30 impianti per il trattamento dei rifiuti fra termovalorizzatori (per bruciare la spazzatura non riciclabile e produrre energia) e impianti di compostaggio (per trasformare i rifiuti organici in fertilizzante compost).

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/termovalorizzatori/

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Author: admin

Nicola Migliorini alias ADMIN è Direttore del blog WWW.MONDOOGGI.COM decide cosa e quando pubblicare, è un giornalista con incarico a 360 gradi