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Oggi in onore della prossima 1000Miglia presenteremo un articolo piuttosto particolare. Francamente non siamo grandi appassionati di automobili elettriche, tuttavia almeno qualche articolo su questo nuovo settore dell’ automobilismo dobbiamo iniziare a farlo, dopotutto, il mondo sta inesorabilmente incanalandosi in questa direzione, è inevitabile. Nonostante tutto resta il fatto che la novità tecnologica dei motori elettrici possa portare ad alcune alcune perplessità. I dubbi su una novità di questo genere è assolutamente un cosa normale. Forse ogni perplessità potrà svanire nel futuro quando l’elettrico prenderà piede in tutto il settore dell’ automotive permettendo l’accesso al mercato dell’elettrico a costi abbordabili. Una nota positiva in merito alle autovetture elettriche è il fatto delle prestazioni. In fatto di prestazioni le automobili di questo genere non scherzano affatto, surclassando talvolta le potenti autovetture munite del classico motore a scoppio. A livello di vantaggi l’automobile elettrica offre la possibilità di spendere davvero poco (al momento) per caricare di energia la propria vettura e di una manutenzione ridotta all’ osso, ma questo lo vedremo nelle prossime righe.
Uno dei principali svantaggi è la scarsità di colonnine di ricarica che dovrebbero essere disseminate un po’ in tutto il territorio in modo tale da fornire un servizio decente, considerato il fatto che terminata la carica di energia, la vettura si fermerà inesorabilmente. Un secondo svantaggio a mia opinione è nel fattore inquinamento. L’auto elettrica è a mia opinione maggiormente inquinante della classica a motore a scoppio (nonostante qualcuno voglia farci credere il contrario). Per prima cosa queste vetture si servono di energia che viene prodotta dai carburanti fossili quindi nulla cambia in sostanza, inoltre l’auto elettrica monta una serie di batterie di accumulo al proprio interno, composte da acidi altamente inquinanti che necessariamente dovranno essere smaltiti. Con questo non voglio demonizzare questo genere di vettura ma scatenare delle riflessioni su convinzioni non del tutto chiare a cui il sistema vorrebbe credessimo. Detto questo devo ammettere che esistano automobili elettriche di sicuro interesse, vetture potenti, eleganti, dal design accattivante come ad esempio un brand che considererei fra i numeri uno di questa frangia: Tesla. Tesla è un marchio made in USA fondato da Elon Musk un’ originale e visionario imprenditore sudafricano che in questo caso è anche CEO dell’ azienda. Il nome coniato per la fabbrica di vetture elettriche non è casuale ma è un omaggio a Nikola Tesla il geniale scienziato della metà del 900 che ha rivoluzionato il settore dell’ ingegneria elettrica. Tesla: uno scienziato cui stiamo utilizzando oggi le scoperte portate a termine come ad esempio la Whirless ed i motori elettrici. Un accenno lo dedicherei a Musk, l’imprenditore che a livello finanziario non ha mai “sbagliato un colpo” iniziando dall’avventura nel settore finanziario con Paypal da lui fondato e rivenduto per iniziare l’avventura Tesla per poi spaziare in Space X la prima società per i viaggi turistici nello spazio. Insomma con il Patron di Tesla Motor saremmo di fronte ad un personaggio davvero poliedrico e dalla mente eccelsa.
Il progetto Tesla Motors è mirato alla produzione di autovetture elettriche ma con un’ indiscutibile proiezione futuristica. Uno dei primi modelli di Tesla a conquistare il mercato sarà stata la Model S, una vettura impensabile alcuni anni fa per il fatto di essere progettata per guidare in completa autonomia tramite un sistema computerizzato sempre connesso alla rete. Questo modello firmato Tesla Motors riesce ad offrire un’ autonomia di 400 Km e devo ammettere che non sia cosa da poco conto anche nel nostro periodo, figuriamoci alcuni anni fa quando venne proposta la prima serie Model S. L’azienda nata nel recente 2003 ha vissuto una grande e rapida evoluzione nel tempo, per il fatto di aver da sempre investito nel settore della ricerca in ambito informatico, elettronico e sistemi di calcolo. Il modello Tesla Roadster è stato il primo modello totalmente elettrico prodotto dall’ azienda di Musk con un’autonomia di 340 km. Arrivati a questo punto analizzeremo alcuni dei principali modelli cercando di capire le prestazioni e le innovazioni iniziando dalla Tesla Model 3. Quando parliamo di Tesla parleremo di vetture full electric. La Model 3 è un modello berlina all’ultimo restilyng proposta nella versione a 2 o a 4 porte. Questa vettura ha un interno studiato per essere spazioso legato ad una linea di indubbia eleganza, (caratteristica di tutte le Tesla). Model 3 è predisposta per la guida autonoma grazie al particolare sistema Autopilot. La Model 3 Standard Plus è proposta con trazione posteriore e batteria da 53KWH. La vettura riesce a sviluppare 351 CV (258 KW) ed una velocità massima di 225 Km/h. L’accelerazione da zero a 100 avviene in 5,6 secondi. Una nota importante consiste nell’autonomia che si attesta oggi a 448 Km. Il modello Model 3 versione Long Range prevede la trazione integrale Dual Motor e viene proposta nella versione da 351 CV. La batteria da 79 KWH di questo modello permette una percorrenza di 614 Km con velocità di punta di 233 Km/h. In ripresa da zero a 100 la vettura impiega solamente 4,4 secondi. Model 3 versione Performance: La versione più sportiva della gamma Model3. In questo modello domina la trazione integrale sempre Dual Motor. Il motore elettrico che sviluppa 462 CV (340KW) è in grado di offrire un’autonomia di 567 Km con una performance di 261 Km/h. In ripresa da zero a 100 km/h in 3,3 secondi. Arrivati a questo punto mi sembra utile analizzare se in fatto di manutenzione oltre che nelle performance delle vetture alimentate elettricamente possiamo dire di essere di fronte a dei vantaggi economici. Nelle auto elettriche non esistono alcuni componenti tipici delle vetture a motore a scoppio come ad esempio la cinghia di distribuzione (che in genere avviene dai 100 ai 180 mila km dipendendo dai modelli di vettura) la cui sostituzione è laboriosa e piuttosto cara. Il cambio resta un componente presente. La sostituzione degli pneumatici resta invariata a seconda del chilometraggio percorso quindi un costo da affrontare sempre senza variazioni. Il liquido dei freni è da sostituire ogni 50 mila km, le “pastiglie frenanti” e dischi dei freni si usureranno meno nella vettura elettrica quindi saranno meno frequenti le sostituzioni in quanto il motore elettrico aiuterà maggiormente la frenata con il vantaggio di caricare le batterie di energia cinetica. Il filtro aria anche nell’ elettrica dovrà essere sostituito ogni 120 mila km. In questo caso la vettura non prevede altri filtri secondari come il filtro olio o il filtro benzina, filtro del gasolio nel caso delle auto diesel. Tuttavia nel sistema elettrico esistono più di una batteria per poter permettere il movimento del veicolo e sviluppare la potenza necessaria. Le batterie sono il cuore di queste vetture, senza le batterie le auto non si muoveranno e sappiamo tutti che esse rappresentano un costo non da poco conto nel complesso. Per una durata ottimale le batterie necessitano di manutenzione pur se non molto frequente. Un componente da sostituire ogni 170 mila km (come prima volta) è il refrigerante deputato al raffreddamento delle batterie che dalla seconda sostituzione dovrà essere cambiato ogni 120 mila km. A conti fatti la manutenzione di una vettura elettrica sarà mediamente più economica rispetto ad una tradizionale diesel o benzina. I guasti: i guasti previsti nelle elettriche si prospettano statisticamente inferiori per la semplicità degli stessi sistemi di propulsione, quindi i costi saranno inferiori anche per il numero di guasti a carico del motore. Una buona notizia è nella frizione che non può essere usurata ne danneggiata dato che è inesistente nelle auto elettriche ed in genere la sostituzione non costa poco. A mia opinione un costo potenziale sarà nell’eventuale sostituzione delle batterie (a vettura datata) che essendo non poche e non certo economiche ad un certo punto dovranno essere sostituite con un esborso di denaro non certo da sottovalutare a meno che in futuro la richiesta sempre maggiore e le nuove tecnologia possano provocare un crollo dei costi a carico degli accumulatori e quindi portare alla normalità il fattore cambio batterie.
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