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EFFETTO UCRAINA: COMBUSTIBILI IN AUMENTO di Goldfinger

AUMENTO PREZZI DEI COMBUSTIBILI ALTERNATIVI

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    ARTICOLO OFFERTO DA GIANPAOLO ROMANO DI LOMBARDIA (BG)

TEL 347.2754453                                   http://www.vitaligianpaolo.it

Abbiamo voluto toglierci lo sfizio, se così si può dire, di potervi regalare un’informazione davvero interessante. Gli accadimenti misteriosi sono stati molteplici in questi ultimi anni e non certo a favore della popolazione italiana. Possiamo affermare di essere entrati in un periodo davvero “nefasto” sia nel campo della salute che dell’economia. Dopotutto se siete assidui lettori del nostro blog, ormai sarà divenuto davvero difficile ingannarvi. Con tutte le spiegazioni, le opinioni controcorrente che vi abbiamo regalato, credo che almeno, una certa idea piuttosto reale ve la sarete fatta. Ricordiamoci sempre che “nulla accade per caso”. A mia opinione non è accaduta per caso la pandemia, non è accaduta per caso la guerra in Ucraina, non è accaduto per caso il precedente conflitto afgano, non è accaduta per caso la nascita dell’ ISIS ed ancor prima di Al Quaeda

Foto di Ernesto Rodriguez da Pixabay

e tanto altro che non desidero approfondire in questo articolo. Tutto appare guidato da una mano invisibile e condotto sotto una certa linea da un’ unica regia. Volevano portarci nel Nuovo Ordine Mondiale? Ci stanno riuscendo, tuttavia a mia opinione qualcosa è andato storto, e certe news lo confermerebbero. Le masse di cittadini dopo il terrore firmato Covid, sono entrate nello “step” successivo ed inaspettatamente hanno capito l’inganno. Tuttavia ciò che è stato fatto, difficilmente tornerà indietro. Il Grande reset non sarebbe ancora iniziato per il fatto che qualcosa parrebbe essere andato storto. Se una certa percentuale di popolazione, certi blogger, alcuni giornalisti ancora intellettualmente onesti, non avessero reagito portando alla comprensione dei possibili retroscena degli eventi, forse il grande reset sarebbe già iniziato ma Dio ha voluto che così non fosse, servendosi dei propri amici per svelare il male. Lui ha voluto che qualcuno resistesse all’ipnosi collettiva e reagisse combattendo. Già anche le parole spesso servono come arma. Rendiamoci conto una buona volta che “nulla avviene per caso”, neppure l’aumento del prezzo dei carburanti. Il sistema economico mondiale è basato su una sola legge, quella della domanda e dell’offerta. Se la domanda di un certo prodotto crescerà, così sarà anche per il prezzo e viceversa. Detto questo mi sembra molto semplice manovrare le cose. Gli economisti ed i banchieri queste regole le conoscono alla perfezione, sono il loro “pane quotidiano”. Basta creare un diversivo come ad esempio una guerra, per poter contrarre le materie prime poco prima che cresca la domanda. In questo caso i prezzi aumenteranno a dismisura. Questo meccanismo usato in modo diabolico (in questo caso) tramite la contrazione del metano russo dovuta al conflitto che ben conosciamo, avrebbe portato la popolazione, a correre ai ripari e quindi a quanto pare a richiedere in modo massivo stufe combustibili a biomasse per difendersi dal freddo l’invernale. Dall’atro canto la produzione di pellet sarebbe stata ridotta causa la guerra ucraina, portando ad un copioso aumento dei prezzi di questi prodotti derivati dalla biomasse. Il meccanismo per iniziare la speculazione è iniziato. Non ci credete? Vi farò un esempio per tutti. Il prezzo del petrolio arrivò anni fa a toccare circa 120 Dollari al barile mentre oggi 2 agosto 2022 è fissato a soli 93,34 dollari al barile (fonte: www.prezzodelpetrolio.com) ed è in calo? Per quale motivo quindi i prezzi alla pompa erano all’epoca bassissimi rispetto a quelli odierni? Oggi il prezzo del greggio è molto meno di 120 dollari al barile (93,34 in questo momento) ma i prezzi toccano le stelle. Comunque sia torniamo a noi, ai prezzi dei carburanti per il riscaldamento invernale.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Credo che l’inverno 2022 potrà essere scritto nella storia come un vero incubo. La legna da ardere è in aumento, anche se a dire il vero sarebbe quel prodotto che avrebbe subito aumenti relativi e quindi più conveniente passando dagli 8 ai 10 Euro a quintale per legna fra i 40 ed i 50 cm, la legna mista invece fra i 10 ed i 12 Euro a quintale. La legna monotipo con tagli da camino la possiamo trovare per il momento intorno ai 15/20 Euro a quintale. Il Pellet è letteralmente volato. I prezzi da circa 4,5/5 Euro a sacco da 15 Kg sarebbe passato (nel mese di luglio) a circa 9,5 Euro a sacco da 15 Kg e si prevede che dall’autunno possa iniziare a crescere ancora attestandosi sui 10/15 Euro a sacco. Le cause di questi aumenti sconsiderati sono ovviamente dovute al conflitto ucraino che avrebbe spinto l’occidente a decidere sanzioni economiche verso Mosca portando oltrettutto ad una contrazione dell’offerta da parte della Russia e della Bielorussia. Così facendo si sarebbe innescata una pericolosa speculazione. Per quanto riguarda il pellet il prezzo avrebbe subito un incremento del 100% in un solo anno. Ricordo che circa 2,5/3 milioni di famiglie oggi utilizzano il pellet come fonte di riscaldamento principale. A quanto pare diverrà molto difficile invertire la rotta nel breve termine. Ricordiamoci che l’Italia ha un consumo annuale di 3,5 milioni di tonnellate di pellet. Il 15 per cento delle famiglie italiane ha adottato questo combustibile  per varie ragioni, une delle maggiori gli aumenti del gas, portando il pellet a divenire un combustibile di massa non più di nicchia. Un secondo motivo degli aumenti è l’Austria grande esportatore di pellet. Si prevede che l’Austria  riduca l’export proprio in un periodo in cui la domanda è crescente. Il pellet che consumiamo in Italia dipende per buona percentuale dalle importazioni estere. Noi italiani produciamo solamente il 15% del fabbisogno (500 mila tonnellate annue). Le sanzioni messe in atto verso la Russia quindi, ci starebbero tornando indietro come un boomerang fuori controllo, portando anche in questo settore aumenti cospicui. Il pellet russo  o proveniente da paesi satelliti, si stima che incida un buon 10% della quantità annua utilizzata dall’ Italia. Altra concausa degli aumenti il divieto di importazione del legname da scarto dalle zone russe (dovuto alle sanzioni) per la produzione di pellet. Si stima che in Europa questa politica abbia creato una carenza di 3 milioni di tonnellate di pellet ma non è finita. Altra causa degli aumenti la forte richiesta di scarti lignei e biomasse da parte delle nazioni UE per il funzionamento delle centrali elettriche nord europee. Se questo quadro non certo conveniente dovesse protrarsi per oltre un inverno, almeno in Italia si potrebbe vedere un ritorno di “fiamma” ai carburanti tradizionali come pompe di calore oppure il gas metano ma anche la legna da ardere. Il riscaldamento a biomasse come il pellet non sarebbe stato spinto da una scelta prettamente ecologica, ma da una scelta dovuta alla convenienza economica rispetto al metano. Se questo combustibile dovesse mancare o rincarare per parecchio tempo, il mercato si sposterebbe sui combustibili meno costosi mettendo in scacco l’intero mercato delle biomasse. Una delle poche soluzioni per salvare questo mercato ed il proprio indotto sarebbe attuare una rapida reazione aumentando la produzione nazionale, tuttavia l’idea sarebbe molto difficile per vari motivi. Per il momento comunque sia, alternative non ce ne sono se non acquistare lo stretto necessario per passare l’inverno tramite una “strategia tampone”, in attesa di nuovi sviluppi positivi riguardo ai prezzi del pellet durante l’estate 2023 e poi decidersi per una soluzione definitiva. Se i prezzi resteranno alti, sarebbe opportuno fare un paio di conti e magari passare alla legna oppure al famigerato metano anche se, a conti fatti, credo che la legna (salvo sorprese) possa attestarsi come il combustibile più convenente visto l’andamento dei prezzi di quest’anno. In questo periodo la legna avrebbe subito un incremento dei prezzi relativo. Anche se la sfera di cristallo nessuno la possiede ed a dire il vero, i mercati vengono condizionati da una miriade di fattori (l’incertezza è fra i primi) adottare la tecnica del “temporeggiatore” sarebbe la sola soluzione possibile nel brevissimo periodo. Prima o poi il settore dovrebbe autoregolamentarsi, almeno parzialmente, nel 2023. Per terminare possiamo affermare che, riguardo ai rincari del pellet, la componente di mercato sia maggiormente determinante della componente speculativa.

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Author: admin

Nicola Migliorini alias ADMIN è Direttore del blog WWW.MONDOOGGI.COM decide cosa e quando pubblicare, è un giornalista con incarico a 360 gradi