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UCRAINA E AFFINI di Goldfinger

ANALISI SUL CONFLITTO UCRAINA

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Foto di Дмитрий Осипенко da Pixabay

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Pensavo di non dover parlare più sulla questione Ucraina tuttavia considerato il fatto che gli eventi precipitano ad una velocità vertiginosa, ecco che mi vedo costretto a ricominciare a scrivere su questa questione non certo piacevole. Si tratta solamente di opinioni personali quanto esporrò in seguito. Non si tratta di particolari simpatie per una fazione politica o per un leader anzicchè l’altro. Noi analizziamo i fatti e stando ai nostri concetti, ai nostri principi li esponiamo. Credo che in una guerra non esista un colpevole ma esistano personaggi, che nutrirebbero particolari mire come interessi da capogiro, interessi monetari, di dominio e potere.I venti di guerra non dovrebbero mai apparire, guardando l’orizzonte, ed un certo Presidente americano lo sa benissimo. Dopotutto Trump non fomentò alcuna guerra annoverandosi come il solo leader americano a portare, a coltivare la pace con tutti anche con i saoggetti più pericolosi al mondo. Tuttavia a causa della macchina mediatica complice di una certa fazione politica, Trump fu molto odiato, (come tutti i portatori di pace) quindi non prese il premio Nobel per la pace come invece accadde ad un certo presidente che in realtà avrebbe dovuto prendere il Nobel per la guerra. Tuttavia lo spettro della guerra nel post “trumpismo” (come era previsto) appare sempre, puntualmente e questo era previsto con l’uscita di scena di Trump. A turbare l’umanità e ad infliggere terrore e disperazione ai popoli ora all’orizzonte appare una guerra che esiste da circa 8 anni ma che scopriamo solamente ora. Questo è il momento opportuno per la strumentalizzazione del conflitto ucraino. Forse non lo sapete ma oggi, in questo istante, in un modo apparentemente in pace, si starebbero combattendo decine di conflitti. Non è solamente l’ Ucraina ad essere interessata ad una guerra, ma il fatto che decine di conflitti siano in atto, nessuno ve lo racconta. Dopotutto siamo ben coscienti che una certa stampa sia al soldo di coloro che si adoperano alla progettazione dei conflitti. Forse ci siamo scordati dell’ Afghanistan, della Siria, dell’ Iraq ma potremmo andare avanti per una pagina intera menzionando anche un’altra tipologia di conflitti, quelli basati sull’odio, di matrice religiosa, a mia opinione opportunatamente creati per instaurare il caos. Una certa persona disse: – “Se i miei figli non volessero le guerre, il mondo sarebbe in pace”. Non vi pare che questa frase spieghi tutto? Tutti i conflitti portano a disperazione, distruzione e miseria ma qualcuno con tutto questo riesce a mantenere il proprio potere. Nulla avviene per caso. Penso proprio che nulla, neppure le guerre avvengono per caso. Non esiste ragione per fare una guerra, tuttavia penso che l’unico motivo che può essere comprensibile sia la difesa del proprio territorio, un’ estrema ratio talvolta davvero inevitabile. Credo che il dialogo sia sempre necessario, tuttavia per dialogare si deve essere in due ad accettarlo. Se uno dei due non accettasse il dialogo? Ecco arrivare puntualmente la situazione conflittuale. Gli accadimenti di questo periodo confermerebbero una mia tesi, ovvero che la maggior parte delle guerre non avvenga per caso ma i conflitti vengano pensati a tavolino per il raggiungimento di determinati obbiettivi di potere, economici, politici e sociali. L’odio non centra nulla. Che muove i mercati degli armamenti sono il mantenimento del potere e gli interessi economici di pochissime persone. I popoli? Numeri, puri numeri, che hanno lo scopo di offrire la propria vita inconsapevolmente, per mantenere il potere di qualcuno che neppure conoscono e magari se dovessero morire, per i creatori delle guerre sarebbe un sollievo, meno persone nel mondo. Dopotutto nei loro progetti c’è anche il depopolamento dell’umanità. Ricordiamoci che la maggior parte delle popolazione mondiale per certi ideologi a mio parere “psicopatici” deve morire e la guerra altro non è che uno dei mezzi adatti allo scopo. Dopo questo prologo leggo una recente news apparsa su un quotidiano. Siamo oggi di fronte ad un’ Europa (un nano che non possiede neppure l’esercito) che sfida l’orso russo.

Foto di WikiImages da Pixabay

Un nano che sfida un orso, quasi mi viene da sorridere. Certe volte mi chiedo se in Italia i leader che si avvicendano sulla scena politica, abbiano un briciolo di cervello, oppure se siano talmente asserviti ai poteri forti da dimenticarsi anche di avere una coscienza. Come sempre l’Italia tuttavia devo ammettere  essere in possesso di una grandissima dote: schierarsi sempre dalla parte sbagliata. Meno di un secolo fa un certo Benito Mussolini si alleò con un certo dittatore tedesco, ed in seguito l’Italia ne pagò le amare conseguenze destinate ai perdenti. Non è una questione politica di destra o di sinistra faccio questo esempio per il fatto che la storia ne parla. In Spagna ad esempio il Generale Franco non si alleò con la follia omicida e questo gli permise di morire di morte naturale nel proprio letto negli anni 70. La Spagna tuttavia non possiede la dote dell’Italia, quella di essere sempre dalla parte sbagliata, ovvero dalla parte del male, forse perchè essendo in posizione decentrata non è il centro del mondo. Perché questo triste primato? Forse per l’importanza geopolitica dello “stivale” o forse per la propensione italiana a stare sempre dalla parte di chi grida di più, dalla parte di coloro che all’apparenza “spaccano le montagne” e vincono le battaglie perdendo le guerre, dopotutto, a pagarne le conseguenze è il popolo italiano. I leader vanno e vengono, i popoli restano e chi si dovrà leccarsi le ferite, per le scelte sbagliate di leader fantoccio, saranno come sempre le persone che non hanno mai scelto di entrare in guerra. Fatto è che oggi, con le dichiarazioni e le scelte (a mia opinione errate) del nostro attuale esecutivo, il rischio sarebbe quello di entrare in guerra con la Russia, un paese che negli ultimi anni, si è dimostrato essere amico dell’ Italia ma che oggi, di punto in bianco diviene il nemico numero uno per la democrazia occidentale, o meglio questo è quanto vorrebbero farci credere. La realtà dei fatti è diversa. A mia opinione la Russia resta oggi la sola nazione disposta a difendere la libertà, ed indirettamente la democrazia occidentale dalle mire espansionistiche del Nuovo Ordine Mondiale. La Russia di Putin a mia opinione dimostrerebbe di essere la sola nazione in grado di “salvare il mondo” da un sistema despotico e distopico che spingerebbe prepotentemente per imporre le proprie regole anti umane ed anti sociali nel mondo intero. La Russia? Non vuole esserne parte. La reazione dell’ occidente (alleato con i registi del NWO) dimostrerebbe ancora una volta la malafede e la pochezza della politica occidentale, dimostrerebbe che il NWO altro non sia che un grande inganno. Gli eventi odierni potrebbero essere la “spia” che proprio il NWO starebbe per essere fermato, ferito gravemente, proprio da colui che ci dipingono come il nemico numero uno delle “democrazie”: Vladimir Putin. Si lo dico ad alta voce, Vladimir Putin. Ripeto non è una questione di parte a ma non interessa parteggiare, tuttavia mi interessa valutare gli accadimenti con un certo buon senso ed una certa moralità. Come a mio parere ebbe ottime ragioni JFK a reagire negli anni 60 in merito alla crisi dei missili a Cuba, oggi a mia opinione

Foto di Robert Waghorn da Pixabay

la regione sarebbe dalla parte di Putin. Il caso è molto simile. Se le cose andranno in questo senso, se il mondo riuscirà a non cadere nella trappola di una terza guerra mondiale, penso che il leader russo potrà essere ricordato (da coloro che hanno il potere del discernimento) come il principale difensore delle democrazie occidentali, colui che avrà fermato, almeno per un certo periodo, il famigerato Nuovo Ordine Mondiale regalando al mondo ancora un certo periodo di pace e di libertà.

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Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali