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“I conquistatori cambiano” ma il vizio rimane: nuovo Governo nuove tasse seguite giustamente a mia opinione da nuove proteste. In questo periodo le prime ad alzare la voce sono state le autoscuole italiane che hanno minacciato a scopo di ritorsione di far “saltare” il cinquanta per cento degli esami di guida previsti per la data del 19 settembre, esami che si dovrebbero svolgere presso le autoscuole associate all’ Unasca e Cofarca. Il paese più vessato e “tartassato” d’Europa l’Italia, non ha scampo e dalla notte dei tempi deve subire ancora una volta l’aumento delle imposte. Proprio su questa linea starebbe proseguendo la politica europea: aumento delle tasse agli italiani, dopotutto quelli pagano e tacciono dato che sono abituati ad essere vessati. In questo caso l’ Ue starebbe cercando di imporre alle autoscuole l’ imposta iva del 22 per cento, un’ imposta che non fu mai destinata alle autoscuole considerate al pari delle scuole tradizionali dal 1972. Possiamo dire che concorrere per la patente di guida oggi sia un impegno economico non da poco conto, fra l’altro in un momento non proprio florido economicamente. Penso francamente che un aumento dei costi in questo particolare momento sarebbe da evitare. Stimiamo che per prendere la patente oggi una famiglia debba investire su ogni figlio quasi un migliaio di Euro fra corsi di teoria e corsi di guida. La mannaia dell’iva che si abbatterà sulle autoscuole sarebbe in grado di fare lievitare del 22 per cento i costi in questo particolare settore penalizzando ancora una volta le famiglie italiane per quanto riguarda i corsi che non sono più da considerarsi a mia opinione un lusso ma una vera e propria necessità, dato che in assenza della patente di guida ben poche aziende si azzarderebbero ad assumere un dipendente, considerato che per quest’ultimo (con tutta la buona volontà) sarebbe veramente complicato con l’utilizzo dei mezzi pubblici poter essere presente al lavoro nei giusti orari quindi per lavorare si rende necessaria la famosa patente B. “Esprimiamo preoccupazione – spiegano Unasca e Confarca – per il difficile recupero dell’aliquota negli ultimi 5 anni fiscali, e per la sicurezza stradale con il calo drastico delle ore di guida per l’aumento delle tariffe”.La modifica del regime fiscale sulle attività formative sarebbe stato deciso dall’ Agenzia delle Entrate con la risoluzione 79 dello scorso 2 settembre dato che il fisco avrebbe recepito la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 marzo 2019 che confermerebbe il fatto che a lor veduta le autoscuole non possano beneficiare dello sgravio dell’iva non essendo in possesso degli eguali requisiti di scuole o di università ma quello che inasprisce la questione è che il pagamento dell’odiosa imposta governativa debba essere retroattivo quindi l’ iva avrebbe dovuto essere stata versata anche da coloro che fossero già in possesso di patente avendola conseguita nei cinque anni precedenti al 2019, periodo nel quale dall’altro canto vigeva la regola dell’esenzione iva nell’ambito dei corsi di guida. Risulterà davvero difficile quindi per le autoscuole farsi rimborsare l’ imposta dagli ex alunni del quinquennio precedente, dato che ripeto, in quegli anni vigeva ancora l’esenzione. Siamo di fronte alla solita questione dello “sparate ma non colpite”. In questo caso staremmo subendo il caos dovuto ad una legge nuova che pretenderebbe di annullare la vecchia nel periodo in vigore, una vera incoerenza. La penalizzazione dovuta all’applicazione dell’iva, dato che probabilmente gli ex allievi non la pagheranno, alla fine la dovranno a quanto pare sborsare le autoscuole. Si stima che con questa nuova legge ogni autoscuola dovrà pagare in media una cifra di circa 100 mila euro per poter rimborsare l’ imposta sui corsi arretrati. Un ulteriore e preoccupante “nodo” la sicurezza stradale dovuta all’eventuale calo drastico delle ore di guida degli allievi nel rapporto fra budget previsto e l’ovvio aumento delle tariffe già non per nulla basse, che le autoscuole dovranno applicare maggiorate del ventidue per cento. Un duro colpo per queste aziende in genere medio piccole di cui quasi certamente (se le decisioni sulla tassazione non cambieranno) molte di esse potrebbero chiudere definitivamente i battenti. Prepariamoci quindi al fatto che probabilmente prendere la patente da ora in poi costerà di più. E questa l’Europa che desideriamo? Che vantaggi ci offre essere all’interno del costosissimo Euroclub? Penso che alla fine la migliore strategia l’abbia attuata l’Inghilterra chiedendo di tagliare il “cordone ombelicale europeo” definitivamente. Anche se questa decisione costerà al regno di sua Maestà britannica certamente dei sacrifici a mia opinione la scelta potrebbe permettere al Regno Unito finalmente di spiccare il volo verso tempi migliori ma soprattutto di essere libero di scegliere quindi di decidere. Per terminare, credo che la libertà nonostante i rischi ad essa connessi, resti comunque sia il più grande requisito di cui un popolo possa beneficiare.