Come spesso accade fra le pieghe della guerra fra le brutture di un conflitto, dell’odio, della morte dei soldati dei ferimenti dei civili da parte del nemico ed in questo caso il vero nemico è il Coronavirus, fra il buio dovuto al colore oscuro della morte, spesso alcune luci di umanità illuminano il buio più fitto. Che i medici italiani siano dei veri eroi lo abbiamo potuto capire non nelle affermazioni di quello che uno farebbe se ci fosse una certa esigenza, ma lo abbiamo potuto notare sul campo, nella realtà cruda delle corsie degli ospedali quasi al collasso, nei quali i vari medici e paramedici stanno lottando con tutte le proprie forze per poter salvare più pazienti possibili talvolta a mettendo a rischio la propria vita.
Tuttavia alcuni medici in questi giorni hanno offerto ai pazienti un valore aggiunto come in questo caso quanto è accaduto all’ospedale di Prato in cui evidentemente i medici della struttura ospedaliera hanno capito che “non di solo pane vive l’uomo”, evidentemente questi medici hanno capito che il campo spirituale è molto importante, evidentemente hanno capito che la fede e l’aiuto di Cristo sono due importantissimi mezzi di salvezza sia spirituale che corporale. ANSA: – “Ho pianto assieme ai pazienti. Gli ospedali sono luoghi di cura, ma non possiamo pensare di separare il corpo dallo spirito: mi rendo conto che nella lotta al Coronavirus il nostro sforzo è troppo indirizzato a combattere i mali fisici dei pazienti”. Queste sono le parole del dott. Filippo Risaliti medico dell’Ospedale di Prato che nella giornata di Pasqua si è prodigato non solamente nelle cure mediche ai malati di Coronavirus ma anche nell’ importantissimo servizio spirituale della distribuzione dell’ eucarestia ai malati. Un’idea nata dai medici stessi della struttura ospedaliera dopo aver ascoltato e fatte proprie le parole del Papa che ha concesso l’ indulgenza plenaria e riferito che i sanitari avrebbero dovuto anche svolgere il ruolo di intermediari della chiesa verso
le persone sofferenti. In pratica il Papa avrebbe detto appunto che il malato necessita assolutamente di cure fisiche ma avrebbe ricordato che esiste nell’uomo una parte spirituale che non dovrebbe essere mai trascurata. Proprio per l’occasione quindi il Vescovo Nerbini ha dato ai medici il mandato di ministri straordinari della Comunione.Il medico Risaliti racconta: “Ci siamo avvicinati ai letti e a coloro che lo volevano consegnavo l’ostia” mentre in rianimazione il collega, ai pazienti intubati, ha recitato una preghiera. Uno dei pazienti non intubato avrebbe chiesto ed ottenuto di ricevere la santa Comunione. “È stato un momento di grande commozione, ci siamo uniti in un pianto con i pazienti”. Francamente credo fermamente che la brutta avventura di questo virus possa aver portato al miracolo della riconversione di parecchi cuori. Quello che è certo è che l’umanità misurandosi con certe disgrazie come ad esempio questa del Covid-19 probabilmente riesce a comprendere la propria impotenza e questo meccanismo le permette di scendere finalmente dal falso e pericolante piedistallo che si è creata e sul quale è salita fino a cadere. In questo caso trovandosi rovinosamente a terra, spesso l’umanità si risveglia e si ricorda di cercare l’unico aiuto che può riuscire a trovare, l’aiuto del solo amico che può arrivare a tutto e lo ha dimostrato ampiamente:
Gesù, il figlio di Dio, colui che guarisce spiritualmente e fisicamente tante persone, quel Gesù che riportò addirittura in vita i morti, quel Gesù che tutt’ ora tramite il proprio spirito continua a fare miracoli incomprensibili alla scienza, quel Gesù figlio di Dio, che comunque sia nonostante le infedeltà del proprio popolo lo vuole salvo a tutti i costi offrendosi in sacrificio continuo ogni giorno, facendosi carico di tutte le numerose e continue infedeltà del proprio popolo.