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AuREUS: ENERGIA ELETTRICA DAGLI SCARTI VEGETALI di Nicola Migliorini

L'ENERGIA DEL FUTURO VERRA' DAL SOLE

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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Quando sento certe notizie in merito alla tecnologia per ricavare la sufficiente energia elettrica per il funzionamento del sistema mondo, la mia mente corre al passato e si ferma a Nikola Tesla: il geniale e visionario inventore che spinto da altruisti propositi sognò di regalare energia a tutti per colmare il fabbisogno energetico mondiale. Purtroppo non andò in questo modo. Tesla (come si sarebbe potuto prevedere) morì in circostanze misteriose ma quel che è più grave è che i propri documenti relativamente alle scoperte geniali dell’inventore sparirono misteriosamente. Dopo questo salto nel passato, torneremo nel presente per esporvi una scoperta sensazionale risalente allo scorso anno. Pochissimi ne parlano ma noi desideriamo renderla pubblica. 

Foto di Hans Braxmeier da Pixabay

Con il prepotente cambio dei mercati energetici che in breve tempo si è imposto a tal punto da obbligare il mondo a spingere verso le produzione di energia pulita, ecco apparite nuove invenzioni, nuovi accorgimenti tecnici in grado di portare un effettivo beneficio al pianeta che, comunque lo si voglia vedere, mutazioni climatiche o meno, effettivamente è sporco. Sul particolare del cambiamento climatico nutriamo non poche perplessità sulle cause scatenanti. Noi, e non solo noi, pensiamo che i mutamenti climatici siano dovuti a più fattori, alcuni dei quali naturali e fisiologici per quanto riguarda la Terra, un pianeta vivo, e per questo in continua mutazione, ma anche per l’ attività di certi progetti iniziati decenni or sono (come il progetto HAARP ad esempio) una tecnologia in grado di scatenare eventi climatici esasperati in precise zone del globo. Vorrei ricordare una frase che sarebbe meglio tenere sempre presente, in modo particolare nei momenti in cui la menzogna, sarebbe protagonista.

Foto di Myriams-Fotos da Pixabay

Consiglio non dimenticare mai che “TUTTO NON E’ COME SEMBRA” altrettanto vero è che tutto non sia come viene raccontato. Tralasciando però le teorie menzionate, che ritengo essere assolutamente reali, oggi parleremo di una recente scoperta. Una scoperta destinata alla produzione di energia elettrica ricavata dalla luce del sole, quella fonte inesauribile di luce e di energia che se sapessimo sfruttarla totalmente ci potrebbe regalare il fabbisogno necessario per liberarci dalla schiavitù dei carburanti tradizionali. Certo è che mantenere pulito la nostra “casa” la Terra, sia un sacrosanto dovere. La recente scoperta è stata portata a termine da un giovane ingegnere filippino. La neonata invenzione derivata dagli scarti vegetali, sarebbe in grado di trasformare gli edifici in parchi solari verticali in grado di produrre tramite la stella che ci dona la vita, il sole, il fabbisogno energetico necessario. Il neonato metodo ha il nome di AuReus, uno speciale materiale organico, una resina di varie colorazioni, in grado di catturare i raggi ultravioletti e trasformarli in energia elettrica. Il giovanissimo ingegnere filippino Carvey  Ehren  Maigue si è guadagnato, grazie al progetto AuREUS il primo premio per la sostenibilità del James Dyson Award 2020. Una tecnologia ricavata quindi dai rifiuti organici correrà in aiuto dei pannelli fotovoltaici nel settore dell’architettura. AuREUS nasce da una particolare ispirazione sulle le aurore polari, che avrebbe dato vita al progetto e che quindi avrebbe ispirato il giovane ingegnere studente di ingegneria elettrica dell’ Università filippina di Mapua. Tornando alle aurore polari: per poter comprendere questo progetto, è necessario capire che questi fenomeni ottici si formerebbero quando particelle cariche di energia di origine solare entrassero in collisione con gli atomi presenti nell’atmosfera. L’ interazione riuscirebbe ad eccitare gli elettroni degli atomi favorendo una conseguenza: l’emissione di luce. AuREUS si baserebbe su un principio molto simile. La tecnologia basata sui polimeri che contengono le particelle organiche luminescenti provenienti da rifiuti vegetali, è in grado di convertire le onde della luce UV in alta energia proprio come accade per le aurore polari. La luce visibile viene quindi trasformata in energia elettrica da pellicole fotovoltaiche posizionate lungo i bordi.  Praticamente la tecnologia di AuREUS  sarebbe quella dei  concentratori luminescenti già conosciuti per le proprietà descritte. La grande novità riguardo alla scoperta del  giovane ingegnere filippino consiste nel fatto che  questa precisa 

Foto di Ben Kerckx da Pixabay

tecnologia sia derivata dall’utilizzo dei rifiuti di frutta e verdura, offrendo agli agricoltori un sistema utile ed alternativo nello smaltimento dei rifiuti di origine vegetale come ad esempio i raccolti danneggiati dai tifoni. Ad oggi sarebbero state testate ben 78 tipologie di colture locali delle quali 9 avrebbero dimostrato una positiva potenzialità al progetto AuREUS. Una seconda caratteristica positiva di questa recente scoperta è il fatto che la nuova tecnologia vegetale possa funzionare anche nelle giornate caratterizzata da tempo variabile, nuvolo o comunque non soleggiato. Un secondo vantaggio sarebbe che AuREUS non necessiti un’ esposizione diretta al sole riuscendo quindi ad offrire i propri vantaggiosi “frutti” facendo affidamento anche sulla dispersione dei raggi UV che passano attraverso la cappa di nuvole e che di conseguenza rimbalzano sui muri e su altri edifici. AuREUR potrà pertanto essere utilizzato nella realizzazione di parchi solari verticali, in città anche utilizzando anche aree di dimensioni ridotte. Il progetto del giovane uomo di scienza filippino andrebbe anche oltre nel futuro con la realizzazione di tessuti per abiti in grado di raccogliere la luce UV convertendola in energia elettrica. Un secondo vantaggio di questo progetto è nella versatilità del prodotto, in effetti il team di ricerca starebbe cercando di realizzare piastre curve per l’utilizzo sulle autovetture elettriche ma anche per aerei ed imbarcazioni. A quanto pare in Canada sembra abbiano già testato AuREUS proprio per il fatto di essere in presenza di un clima composto di mesi grigi e poco soleggiati. Una tecnologia quindi ispirata dalle aurore boreali e ricavata da scarti vegetali, importantissimi per ricavare i colori di questa particolare resina, in grado di contribuire a fornire ad un mondo sempre più assetato di energia, l’elettricità richiesta a basso impatto.

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Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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